sabato 7 novembre 2009

Pink Floyd e quel che ne resta 2

°°°Il sito pinkfloydz.com ha inserito in rete la scansione della sceneggiatura originale di The Wall. Il testo è prelevabile, gratuitamente, in formato pdf.

°°°Il cofanetto dei Pink Floyd, con all'interno tutta la loro discografia ufficiale è nei negozi. "Oh, By The Way..." ha da prima subito un piccolissimo, ma indolore, ritardo nell'uscita; disegnato da Storm Thorgerson, le copertine dei CD hanno quelle delle uscite originali in vinile. All'interno anche un poster mentre non vi è nessun dvd incluso. In un primo momento si era parlato di una tiratura limitata a 10000 copie ma la notizia fu presto smentita. Il prezzo è tra i 210 e i 230 euro. Se volete farvi un' ida di cosa è "Oh By The Way" sul sito ufficiale dei Floyd troverete una pagina dove è possibile sfogliare il Box, vedere le copertine e ascoltare dei brani. L'animazione vale davvero la pena di essere consultata. un ultimo appunto: pare che sul secondo cd di The Wall, presente nel box, sia presente un errore di stampa. L'errore è stato poi corretto nelle copie successive, chi volesse chiederne la sotituzione la EMI è pronta a soddisfarvi!

°°°intervista su Kataweb di Giorgio Casari a Nick Mason...

Immagino che per la ripubblicazione dei suoi dischi si sia messo a riascoltarne qualcuno… Diciamo pure tutto. Siamo stati coinvolti per risentire le canzoni, nel senso che secondo me speravano che ci venisse qualche nuova idea…
Un nuovo album insieme? Anche assieme a Waters? Guardi, ho il bavaglio sulla questione (risata, NdI). Le assicuro però che si sta muovendo qualcosa, o meglio, che siamo tutti amici, in questo periodo. Come per buona parte della vostra vita. Certo. Quando si hanno screzi con una persona che conosci da venti, trent’anni, da un lato la cosa può essere drammatica, soprattutto se lavori con lei. Finisce per innescarsi un meccanismo che ti porta a vedere unicamente i suoi lati peggiori, che già erano evidenti prima. D’altro canto, nella tua vita qualcosa di lei rimarrà sempre. Uhm, forse sono un po’ pastorale… In ogni caso, voi avete attraversato così tante fasi, che il primo disco e l’ultimo sembrano appartenere a band completamente diverse fra di loro. E in effetti è così. Non solo perché nel 1967 avevamo Syd Barrett, che faceva da padrone e ci insegnava un sacco di cose, non soltanto sulla musica, quanto sulla libertà che bisogna praticare se si vuole essere “artisti”. In quarant’anni nemmeno lei sarà identico a quello che è oggi. È inevitabile. La nostra musica, poi, è sempre stata segno di qualcosa che cambiava. Ha affrontato la psichedelia, la sperimentazione, il rapporto fra suono e immagine, le nevrosi contemporanee, il rock, spero, nel senso più pieno. Non disco questo per presunzione, sia chiaro. Lo dico soltanto perché noi siamo stati mossi, finché siamo rimasti insieme, da una specie di passione/curiosità per ciò che girava attorno a noi. Non era, né mai è stato, importante essere grandi musicisti, per esempio. Avere idee, sì. Ha qualche nostalgia, qualche rimpianto sul passato? Non sono un tipo nostalgico, ma di certo qualcosa rimpiango: la giovinezza, più che quello che è accaduto quando ero giovane. I rimpianti però non permettono di procedere, non sono stati solo bei momenti, quelli del gruppo. Con Syd fu a un certo punto un disastro, e se vuole che mi accusi di cinismo, lo faccio. Il punto è che si trattava veramente, in un preciso momento, di scegliere fra lui e i Pink Floyd. E non c’era davvero alternativa. In generale, però, penso che abbiamo mostrato spesso quanto per noi le canzoni, il nostro lavoro avessero la meglio sull’industria, anche sull’apparenza del mondo del rock. In effetti, non siete mai stati molto celebri per le vostre facce. Forse perché non eravamo troppo belli? In effetti è così. Oggi le dico che sono stato fortunato, a conservare un discreto anonimato. All’epoca non la vivevamo troppo felicemente. Essere “in stile” come David Bowie o Bob Dylan non ci veniva proprio, ma ci sarebbe anche piaciuto. Ci siamo consolati, per esempio, suonando a Pompei. C’è un album che preferisce ad altri, francamente. Francamente, non lo so. Dipende da come mi sveglio la mattina. Sono più interessato ad ascoltare la musica di oggi, e trova ancora molte cose belle. Per esempio? Beh, gli White Stripes e altri soggetti che riprendono il passato senza farsi problemi di nuovo/vecchio. È così che il rock va avanti. Ha sentito il nuovo cd dei Radiohead? Mi è piaciuto, e credo che la loro idea di mescolare tutto, ma proprio tutto, compresa la possibilità di scaricare i pezzi in Rete, sia del tutto vincente. Allora, secondo lei è un buon periodo espressivo. Ci sono canzoni che mi piacciono. Il mondo va avanti. Non bisogna essere catastrofisti. È chiaro che una vocina in testa dice pure a me che stiamo andando troppo in fretta, ma non è solo un problema della musica, questo. Per il rock è invece fondamentale che si riacquisti il peso sociale che c’era una volta. Me lo auguro, come semplice appassionato. Come membro dei Floyd, ho fatto la mia parte e mi piace stare a guardare, magari non per sempre.