martedì 4 ottobre 2011

Crass, non è solo punk! (p.2)

CRASS, la discografia
*The Feeding of the 5000 (1978) La piccola Small Wonder Rec. di Pete Stennett decide di ricavare dal demo tape dei Crass un’album. Un lavoro pregno di tematiche rivoluzionarie, arrabbiate
e furiose, ma fredde e razionali nell’esposizione, il quale si ritrovò oggetto di una campagna denigratoria da parte dei media. Addirittura alcuni negozi che vendevano l’album vennero perquisiti dalla polizia. Tutta pubblicità gratuita! Il mondo istituzionale li massacrava e la gente comprava i loro dischi. La stampa dell’album non ebbe un parto semplice: gli operai dello stabilimento che dovevano stamparlo ritennero blasfemo il contenuto del brano “Reality Asylum” (indicata poi nell’album come “Asylum”), di conseguenza sostituito dai 2’ di silenzio di “The Sound of Free Speech”. Questo episodio indusse i Crass a creare una propria etichetta.
*Stations of the Crass (1979) L’album che conferma la sovversione anrachica dei Crass. “Stations of the Crass” fu anche l’azione immediata per finanziare una nuova ristampa di “The Feeding of 5000”, con all’interno il tanto discusso “Reality Asylum”. L’album porta il punk su altri livelli, criticandolo e rivedendolo con slogan corrosivi e musica essenziale per un totale di 19 canzoni. Non manca, musicalmente, la parodia stessa del punk, con “Crutch of Society” e “Fun Going On”, oppure di quella pop con “Walls (Fun in the Oven)”.

*Penis Envy (1981) E’ un manifesto femminista, declamato con sole voci femminili, ovvero quelle di Eve Libertine e Joy De Vivre. Spesso accusati di machismo, i Crass decidono per tanto di scrivere testi che affrontano la repressione femminile nella società. La musica riceve più attenzione, è meno aspra e grossolana, prova ne è la latino-caraibica “Berkertex Bribe", la sperimentale “What The Fuck?”, la nenia di “Health Surface”, l’inno “Dry Weather” e il noise di “Where Next Columbus?”. Il brano “Our Wedding” fu allegato ad una rivista adolescenziale, proposta con l’inganno come canzone adatta per il “felice giorno del matrimonio”. L’offerta delle canzone venne fatta sotto il nome di Creative Recording And Sound Services -notato le iniziali delle quattro parole?-. Il brano invece si rivelò essere una sfacciata critica all’istituto del matrimonio e alcuni dirigenti della rivista furono costretti a dimettersi. L’ inganno dei Crass andava oltre la “truffa del rock ‘n roll”!
*Christ the Album (1982) Arriva il momento di un album doppio per questa band che ha sempre tanto da dire e da fare. “Christ the Album” è la bibbia dei Crass, un manifesto di 40 pezzi, divisi tra un disco in studio e un altro, detto "Well Forked - But Not Dead", con pezzi live. Il mondo non va e non regge. Un mondo che infrange gli animi umani, con folli eventi come la guerra delle Falkland. Mostrando il loro dissenso verso l’operato del governo britannico, ricevettero dalla Camera dei Comuni un ammonimento. Ma l’evento eclatante fu un nastro montato ad arte e inviato a tutti gli organi di stampa, il quale simulava una telefonata tra Regan e la Tatcher, dove saltava fuori la responsabilità diretta del Primo Ministro nell’affondamento delle navi General Belgrano e Sheffield. Il Tatchertape, un volta scoperto, rese i Crass famosi, ma ancor più esposti agli attacchi del sitema di potere, non solo inglese. Nonostante ciò li pose in evidenza anche per l’impegno politico-sociale.
*Yes Sir, I Will (1983) L’ultimo album dei Crass si rivolge senza pietà a Margaret Tatcher e al suo governo. L’album è realizzato con un’unica traccia, suddivisa sulle due facciate del vinile; il testo di “Yes Sir, I Will” sorge da “Rocky Eyed”, una poesia di Penny Rimbaud (batteria e voce), ma il titolo è pura ironia e s’ispira ad una conversazione tra il Principe del Galles Carlo e un soldato ustionato reduce dalle Falklands. Il Principe gli dice "Rimettiti presto" e il soldato risponde "Sissignore, lo farò".